Homeschooling

Oggi 10 giugno sono vicina alla fine di un’avventura, preparo mia figlia per gli esami da esterna alla scuola. Cosa dice questo al mondo? Niente!
Una studentessa che fa gli esami da privatista!

Solo che la studentessa ha 10 anni, e vive chiusa in casa dalla metà della quarta elementare! Come mai? Cosa succede?
Semplice: ha vissuto tutta la vita di riflesso!

Una bambina che vive vivendo la vita di sua sorella!
Quindi: se non ha subito personalmente bullismo, ne ha fatto una scorpacciata vedendo il dolore, gli incubi, gli attacchi di panico della sorella! È bastato avere in classe una insegnante con un disturbo momentaneo, delle compagne ineducate, un po’ ochette (belle capigliature … bei vestitini, tutte starlettine di Sky…) per farle immaginare che tutto potesse succedere anche a lei!

Quindi, detto fatto ha scelto di chiudersi in casa! E non è che questo avviene in un momento, non è che la famiglia acconsente ad una chiusura del genere, a cuor leggero!

Mia figlia urlava per ore, rimaneva in piedi tutto il giorno dietro la porta è solo l’errore di una ausiliaria ne lo ha fatto scoprire; pensava che io lo sapessi, subdola e scorretta, ho lasciato che lo credesse e mi sono fatta raccontare tutto, di quante ore stesse li, con i piedi le ginocchia che cedevano.. con l’emicrania da stress, mentre le tre o quattro ochette sghignazzavano e la deridevano con la faccia da santarelline, sono destinate a quel che hanno scelto, non mi interessano! Ma mia figlia oggi dopo un anno e mezzo di completo rifiuto sociale, sta per affrontare l’esame di quinta, cosa le passa per la testa in queste notti di nuovo agitate e insonni? Come si fa a capire quando bisogna fermarsi, non dare incoraggiamento alla paura allo stato di ansia?

Da madre lo condivido in questo scritto, oggi che dobbiamo di nuovo ripassare i ROMANI, la geografia italiana, alcuni argomenti di scienze e quel che altri c’è da fare! Questo è un articolo anomalo rispetto a quanto si pubblica in questo comitato, ma oggi leggevo, pensavo e questo mi è uscito dalla mente: ricordi di urla, viso disfatto al fine giorno, a che serviva?

A niente! Cosa ho visto di diverso con l’homeschooling rispetto alla scuola “normale”?

Io non posso che averne un’idea positiva, la bambina ha studiato di più, meglio, approfondito, fatto esperienze dirette! Certo poche perchè lei non vuole uscire di casa! La bellezza di studiare in casa è il modo! Può approfondire un argomento, studiare con calma! Se non si capisce, si trovano modi diversi di affrontare l’argomento ostico! Insomma, il mondo ci fa credere che attraverso le classi si fa convivenza, inclusione, si impara a socializzare stando insieme! Non penso sia così! Non credo in questo modo di studiare! Alla fine porterò mia figlia a scuola, nella scuola media! Voglio capire se davvero ho un pregiudizio e non sono obiettiva! Ma sono pronta a dare di nuovi modi alternativi i istruirsi!

La scuola che non si modella su ogni esigenza non è inclusiva e massificante! Lo standard non permette all’unicità preziosa di ognuno di esprimersi, userò rende delle creature splendide dolci e aggraziate spontaneamente, di soffrire in un modo indicibile e non accettabile!

Vi auguro di vivere serenamente tra la gente, ma di avere anche la forza di fare da scudo per chi non ce la fa! Queste creature hanno il diritto di crescere con i loro tempi, inseguendo i loro aquiloni! Un po’ alice nel paese delle meraviglie, un po’ Peter Pan… scendono sul terreno e camminano… prima o poi lo fanno… diamo loro il tempo di amare la vita!

Bullismo e cyberbullismo

Quando si parla di bullismo e cyberbullismo, la strada va lasciata senz’altro agli esperti! Importante lasciare che la logica abbia più spazio di fronte al sentimento!

Viviamo un periodo di dolore che sembra inarrestabile, come se il vivere civile conquistato in millenni, improvvisamente non ha più valore! Niente viene più considerato! Perché? Cosa è successo? Quando noi adulti ci siamo persi?

Perché a me pare ovvio che bulli e cyberbulli, non si nasce! Non siamo nati violento aggressivi, picchiatori… tormentatori! Quando ci siamo inebetiti davanti ai nostri figli? Ci siamo persi per strada, non siamo più in grado di passare quei valori che ci rendevano uniti, che facevano di noi esseri umani, animali da branco senz’altro… ma un branco positivo, di sostegno, di supporto l’uno all’altro!

Sempre più chiusi in ipnotici schermi, teniamo gli occhi chini e quando li alziamo non riconosciamo una realtà che ci risulta estranea… non sappiamo più realizzare ciò che ci circonda è il primo che dice qualcosa ha ragione ai nostri occhi.. perché abbiamo fretta di tornare nelle nostre realtà più tranquille o di lanciarci in guerre virtuali da cui usciamo con un click… che ci porta in un’altra realtà, purché non sia questa!

E in questa… i/le nostri/e figli/e devono comunque trovare il modo di stare!
Ecco che lo sbandamento la solitudine diventa per alcuni un’arma per altri una debolezza, non riuscire ad essere presenti nel percorso di vita dei nostri figli ci rende colpevoli di mancanza nei riguardi dei nostri figli… allora alcuni dicono che il bullismo è sempre esistito, altri che di bullismo ci si fa la corazza… altri ancora…. il bullismo è lo sport nazionale di cui ci vogliamo occupare in questo momento storico!

Io non ho altro che la qualifica di madre… e con questa mi sento di dire: la lotta al bullismo si fa con gli strumenti, con le competenze, con la consapevolezza che le leggi vanno cambiate perché il mondo che ci circonda lo esige! La vigilanza va elevata, l’età per cui si risponde delle proprie azioni va comparata alla maturità e coscienza di cui oggi i nuovi futuri adulti sono in possesso!

Concludo con un auspicio: responsabilizzare gli adulti, non possiamo partire dall’educare i futuri adulti… se non rieduchiamo gli attuali adulti!

Giancarla Maio

Aprilia – 8 Lug. 2017

La serata dell’8 Luglio presso il ristorante “Le Isole” di Aprilia – racconta il leader dell’associazione – è stata un vero successo. Abbiamo piacevolmente notato la commozione e l’interesse che l’iniziativa stava procurando nei presenti. Fatto sta che alcuni, sentendosi al sicuro e protetti, si sono esposti e ci hanno raccontato la loro storia. In seguito a questa confessione una cosa ho riconosciuto in particolare: la paura di denunciare il proprio aguzzino per eventuali derisioni e ritorsioni; l’abdicazione dei propri genitori e lo sminuire degli episodi. E’ un dato di fatto che non è possibile giudicare in base all’episodio, perché per ogni vittima c’è una percezione diversa, e la sofferenza è direttamente proporzionata alla sensibilità del bullizzato. E’ inoltre un fatto grave l’indifferenza di alcuni adulti, la poca sensibilità nei confronti della vittima e da parte di chi vede e tace. Ci tengo ad evidenziare l’impegno di Guido Maio, che grazie al suo sostegno, è stato possibile mettere in piedi tutto questo; si è messo a disposizione per promuovere, sostenere e diffondere l’iniziativa. La raccolta fondi è stata proficua, seguiranno altri eventi per sovvenzionare il progetto “Fare Rete”. Vogliamo fare in modo che le associazioni possano comunicare tra loro per far fronte comune e arginare questo fenomeno: una deriva dell’adolescenza lasciata sola, in un mare di input che porta troppo spesso a naufragare a causa delle sirene ammaliatrici, oramai troppo radicate nel quotidiano degli adolescenti.